Sara
Oggi al Pistacchiodo di via Cavour a Vimercate, Sara, 20 anni, non ci serve i gelati ma ci racconta da dove nasce la sua esperienza con noi.
- Ciao Sara, è la prima volta che lavori in una gelateria?
No, prima di venire qui ho lavorato per un po’ di tempo nella gelateria del mio paese, non molto distante da Vimercate. Diciamo che il mondo del gelato già lo conoscevo anche da dietro il bancone…
- Qui ti sei trovata in una situazione simile?
Assolutamente no. A parte il gelato, che era buono anche nell’altra realtà perché fatto artigianalmente come qui, tutto il resto è estremamente diverso. La piccola gelateria era a conduzione familiare e il titolare era sempre presente. Da un lato ciò mi ha permesso di scoprire tutte quelle varie fasi della lavorazione e della gestione che come semplice cliente non sapevo, ma per il resto Pistacchiodo è un altro mondo.
- In che senso?
Qui ovviamente c’è molto più personale e molta più organizzazione ma, paradossalmente, faccio molte più cose qui perché i “superiori” non sono fisicamente presenti nei locali, e quindi noi ragazze abbiamo molta più responsabilità. E la cosa mi piace tantissimo, mi sento più autonoma e quindi più forte.
- Magari cercavi proprio questo, insieme a un’entrata economica…
Proprio così. Finite le scuole superiori, al Vanoni di Vimercate, ho iniziato a cercare un lavoro che mi desse l’indipendenza economica dalla mia famiglia, ma qui sto imparando tante cose anche nel gestire un locale. L’obiettivo è poi arrivare a gestire la mia casa, la mia famiglia.
- Quali sono gli aspetti del lavoro a Pistacchiodo che ti fanno sentire più sicura di te, più autonoma?
Tutta l’organizzazione qui è indirizzata a responsabilizzare chi lavora, ma se devo proprio sottolineare una cosa che mi fa sentire importante è il rapporto con i clienti, con le persone. Molte mi chiedono consiglio, mi dicono “fai tu”, e io devo essere in grado di proporre, spiegare...in quel momento tutto Pistacchiodo sono io e questo è bellissimo.
- Non hai paura di “sbagliare”…?
Difficile sbagliare, quando dietro di me al bancone in quel momento, so che ci sono state persone che hanno lavorato in maniera perfetta (e faticosa) per arrivare a produrre un gelato con una qualità altissima e, a differenza di realtà più piccole come quella in cui lavoravo, a continuare a lavorare nella ricerca della qualità sempre migliore, soprattutto nelle materie prime da utilizzare…
- A proposito di gelato, qual è il tuo gusto preferito?
Non sono una golosona di gelato, ma qui il rischio di diventarlo è alto. Al di là dei gusti classici, ho scoperto cose nuove e anche rivalutato alcuni gusti che non mi piacevano.
Tra i gelati il mio preferito è sicuramente il cocco, senza latte, è come mangiarsi un bel cocco fresco senza doverlo tagliare e mordere...poi ci sono le riscoperte, come liquirizia, pinolo, nocciola, i vari pistacchi...e infine le granite. La granita al melone rischia di non finire sul bancone perché me la mangerei io prima, appena fatta, con il profumo di frutta che avvolge tutto il locale…
- Beh, meno male che hai esordito dicendo che non eri golosa…
Ma infatti non lo sono. Sono i prodotti Pistacchiodo che sono proprio buoni, non solo per il palato. Una cosa che mi piace tantissimo è infatti il poter offrire un sacco di cose buone anche a quelle persone che, come mia mamma, soffrono di intolleranze come la celiachia.
Un consiglio da dare a Pistacchiodo?
Forse uno, il dare ancora maggiore risalto a tutto il lavoro, serio e professionale, di ricerca e produzione che c’è dietro i nostri gelati, magari facendo vedere le varie fasi della lavorazione, perché questo è il vero valore aggiunto...